Dalla ribellione all’accettazione, il viaggio bilingue di Patrick

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Patrick Burr, secondo da destra, con la sua famiglia italoaustraliana. Credit: Patrick Burr

Immaginate se per atto di ribellione i vostri figli smettessero di parlarvi in inglese e lo facessero solo in italiano... questo è quello che è successo a Patrick Burr, australiano di nascita ma cresciuto in Italia.


In un'edizione "al contrario" de "La lingua più bella del mondo" vi raccontiamo la storia di Patrick Burr, una storia che parte da Perth, dove nasce da mamma molisana e padre australiano. 

Dopo pochissime settimane la famiglia si trasferisce in Italia, a Pisa, dove rimane per quasi tutta la sua infanzia.

Ascolta la storia di Patrick Burr cliccando il tasto 'play' in alto a sinistra

“In famiglia scherziamo su questa partenza improvvisa”, racconta Patrick a SBS Italian, “dicendo che mio padre non si fidava dei dottori italiani per il parto”.

Sia Patrick che la sorella Tessa crescono dunque in Italia con nome e cognome anglosassoni, pur avendo l’inglese come seconda lingua.
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Patrick Burr è ora Associate Professor alla UNSW specializzato in materiali per la fusione nucleare. Credit: Patrick Burr
Il legame con l’Australia però rimane sempre forte, con viaggi frequenti per le vacanze.

“Quando ero piccolo venivo in Australia durante le vacanze estive italiane, quindi in inverno. Il problema era che mi mettevano a scuola, quindi ci sono stati svariati anni che facevo scuola sia d’estate che d’inverno”. 
Non è che ero proprio australiano, anche se mi sentivo un legame con l'Australia. Mi sono sentito veramente italiano fino a molto più tardi nella vita
Patrick Burr
Il rapporto con le due lingue è stato inizialmente complesso. 

Con la mamma Patrick e la sorella parlavano in italiano, con il padre in inglese. Poi, arrivato all’adolescenza, in segno di ribellione inizia a rispondere in italiano anche al padre. 

“Il mio inglese era comunque un po' strano. Lo capivo benissimo ma non lo parlavo come avrei voluto saperlo parlare. E poi vabbè, lo scritto era orrendo, quello veramente non ne parliamo perché ho dovuto imparare da capo.” 
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Patrick Burr da bambino, insieme alla sua famiglia in Italia. Credit: Patrick Burr
Il momento di svolta per Patrick è stata l’università, quando ha deciso di farla in Inghilterra e si è dovuto confrontare con la dura realtà. 

“Mi sono accorto che io veramente non sapevo scrivere in inglese e quindi c'era questa differenza enorme tra la mia comprensione e la mia capacità di scrivere”.

La cura d'urto di uno scritto in inglese da presentare ogni settimana diede poi i suoi frutti, facendolo mettere in pari e portandolo alla laurea in fisica nucleare. 

E imparando meglio l’inglese, Patrick ha potuto vivere un rapporto più sereno con le due lingue.
A me l'italiano piace da morire come lingua, è una lingua bellissima. L’inglese al momento mi esce più naturale semplicemente perché lo uso tutti i giorni
Patrick Burr
Ascolta tutti i giorni, dalle 8am alle 10am. 

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